13 agosto: sulla via per Tai’an, la scena del treno

Stazione ferroviaria di Beijing Sud: un’ora prima della partenza del treno per Tai’an, le donnine in divisa e microfono all’orecchio annunciano qualcosa. La coda davanti al gate conta gia’ oltre 200 persone. I cinesi in coda, che sono 198, iniziano ad agitarsi. Anziani e bambini sul lato, poi comincia ad arrivare gente correndo che salta la coda e s’infila nel gate con beneplacito delle signorine in divisa. Chi sono questi eletti, gente di prima classe? Chiediamo alla nostra vicina che ha la nostra stessa destinazione. Ci risponde. Non capiamo. Esitiamo a fare altre mosse, si suda troppo, anche solo a pensare. Gli odori di umanita’ si sommano e non danno tregua. Passano 40 minuti che quando non capisci un cavolo di cosa ti succede intorno e ogni tanto ricevi un gomito nel fianco o un trolley sul piede sembrano interminabili. Poi a 15 minuti dalla partenza, i cancelli laterali si aprono: anziani e bambini con i loro accompagnatori si lanciano sulle scale che portano ai binari; infine le porte scorrevoli si aprono e tu pensi. E’ finita, adesso verro’ travolta da un miliardo di cinesi. Allora pianti i piedi, usi lo zainone per difendere la spalla tua e della tua compagna di viaggio, fai passare una mamma con un bambino, ma quando vedi l’orda di familiari al seguito decidi che no. Allarghi i gomiti, ne blocchi due e ti infili nel gate. E’ fatta, ora saliremo sul treno. Vive..

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